L’umanità potrebbe vivere meglio?

Adriano Paolella

L’umanità potrebbe vivere meglio?

C'è la possibilità di fare scelte che migliorino le condizioni di vita della persone, riducano i mutamenti climatici, il degrado del pianeta, lo sfruttamento delle risorse, le continue crisi economiche?

I governi dei Paesi stanno operando in tal senso? Sono capaci di risolvere questi problemi? La richiesta di un maggiore benessere non è una vaga aspirazione della quasi totalità della popolazione mondiale ma un obiettivo raggiungibile; e ciò è palese osservando e lo è palesemente anche ad un osservatore distratto. Lo è guardando di come vi siano accumuli e carenze, sprechi di materiali e di risorse, consumi inutili, arricchimenti abnorme, e al contempo di come con facilità si diffondano, autonomamente ed in attesa di decisioni delle istituzioni, comportamenti alternativi e buone pratiche. I governi da anni discutono sui rischi dei mutamenti climatici ma nonostante le 26 annuali Conferenza delle Parti (COP), non sono riusciti a ridurre l’innalzamento delle temperature ma cosa molto più grave a ridurre le emissioni (solo tra il 2019 e il 2021 le emissioni sono aumentate di 2,1 Mld/T).

E’ evidente che le strategie praticate non sono adeguate. Le politiche attuate hanno solo sostenuto nuove merci (in alcuni caso meno impattanti) senza ridurre le produzioni

e migliorare la distribuzione, sostituire le merci chiaramente insostenibili (ad esempio autoveicoli che superino i 180 km/h o le 1,2 tonnellate di peso? Caratteristiche queste del tutto inutili ma ambientalmente molto onerose). Non si è in presenza di non sufficienza ma di una completa mancanza di appropriatezza delle soluzioni adottate. Al contempo centinaia di milioni di persone hanno cambiato comportamenti mettendo in atto azioni che hanno concretamente migliorato le condizioni del Pianeta. All’incapacità mostrata dei governi si contrappone la palese capacità di affrontare e risolvere i problemi di individui e comunità, certo non sono la maggioranza della popolazione mondiale, certo da soli non riescono a riassorbire i danni provocati da altri ma indicano come sia possibile praticare modelli alternativi e come sia fondamentale sostenere tutti coloro che sperimentano soluzioni.

Ed allora bisogna ricercare nuove modalità insediative e produttive che portino benessere aumentando l’equità e migliorando le condizioni dell’ambiente

sperimentando senza sudditanza rispetto ad interessi consolidati modelli adeguati a tal fine, promuovendo la consapevole creatività degli individui per migliorare la condizione sociale e ambientale ed aumentare la capacità di scelta delle comunità. Le comunità e gli individui non rappresentano il bene e le istituzioni che li rappresentano non necessariamente sono il male ma sicuramente troppo spesso le decisioni prese dall’alto pesano sul futuro degli individui senza che essi ne siano partecipi e consapevoli, troppo spesso le decisioni sono l’esito di pressioni interessate che portano a scelte scellerate e nocive. La crescita della capacità propositiva delle comunità può senza demagogia contribuire al riequilibrio tra natura e comunità seguendo le logiche di un diffuso e diretto benessere delle persone, della conservazione e riqualificazione dell’ambiente, dell’equità sociale.

26/6/22